Affitti brevi: guida all’ottenimento del CIN

Il Codice Identificativo Nazionale (CIN), pensato per regolare e tracciare le strutture ricettive destinate agli affitti brevi, è ufficialmente entrato in vigore il 3 settembre 2024, come annunciato dal Ministero del Turismo tramite pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Questo codice rappresenta un passaggio fondamentale verso una maggiore trasparenza e regolamentazione nel settore turistico italiano, imponendo nuove regole per la gestione e la promozione degli immobili. Scopriamone tutti i dettagli.

Che cos’è il codice CIN: una guida completa

Il Codice Identificativo Nazionale (CIN) è un sistema istituito per identificare in modo univoco gli immobili destinati ad attività turistiche in Italia. Questo codice è obbligatorio per tutte le strutture ricettive, come affitti brevi, bed and breakfast, ostelli, agriturismi e affittacamere, oltre agli alberghi e ad altre tipologie di strutture extralberghiere. La sua assegnazione avviene tramite il Ministero del Turismo, su richiesta del titolare della struttura o di un property manager delegato.

Come si ottiene il codice CIN?

Per ottenere il codice, è necessario presentare una domanda al Ministero del Turismo. Questo passaggio può essere effettuato direttamente dal proprietario dell’immobile oppure da un gestore delegato, garantendo così maggiore flessibilità per chi opera in questo settore. Una volta emesso, il codice permette di registrare la struttura nella Banca Dati Nazionale delle Strutture Ricettive.

L’importanza della Banca Dati Nazionale

La creazione della Banca Dati Nazionale rappresenta un’importante innovazione per il settore turistico italiano. Questo registro centralizzato consente di:

  • Migliorare la tracciabilità delle strutture, assicurando che tutte rispettino le normative vigenti.
  • Prevenire l’abusivismo, tutelando sia i consumatori che i proprietari regolari.
  • Facilitare il controllo fiscale e amministrativo, contribuendo a una gestione più trasparente e organizzata del comparto turistico.

L’introduzione del codice CIN è quindi un passo fondamentale per modernizzare il settore turistico italiano, promuovendo maggiore legalità, trasparenza e competitività.

Il percorso verso l’introduzione del Codice CIN

La strada verso l’implementazione del CIN è iniziata molto prima della sua entrata in vigore ufficiale. Nel mese di aprile 2024, il Ministero del Turismo ha raggiunto un accordo con le Regioni italiane per definire le modalità di rilascio del codice e assicurare un’efficace interoperabilità tra le istituzioni coinvolte. Questo ha posto le basi per la creazione della Banca Dati Nazionale delle Strutture Ricettive (BDSR), uno strumento cruciale per gestire e monitorare le strutture turistiche.

Il 3 giugno 2024, ha preso avvio una fase sperimentale nella regione Puglia, dove il CIN è stato richiesto per tutte le strutture, comprese quelle già in possesso del vecchio Codice Identificativo Struttura (CIS). Successivamente, il progetto è stato gradualmente esteso alle Regioni Autonome e, infine, al resto d’Italia.

Da quando sarà obbligatorio il codice CIN?

Il Codice Identificativo Nazionale (CIN) è diventato obbligatorio a partire dal 3 settembre 2024. Da questa data, tutte le strutture ricettive italiane, sia alberghiere che extralberghiere, si sono dovute conformare alla nuova normativa entro un termine massimo di 60 giorni. Questo periodo di adeguamento è previsto per consentire ai titolari di registrarsi nel sistema e ottenere il codice senza interruzioni operative.

Con la conclusione della fase sperimentale e il completamento della BDSR, il 3 settembre 2024 è stato fissato come termine per l’introduzione obbligatoria del CIN in tutto il territorio nazionale. Da questa data, tutti i proprietari di immobili destinati ad affitti brevi dovranno:

  • Registrare la struttura nella banca dati nazionale;
  • Ottenere il Codice Identificativo Nazionale tramite il portale telematico del Ministero del Turismo;
  • Esporre il CIN in modo visibile all’esterno della struttura;
  • Inserire il codice negli annunci pubblicitari, inclusi i portali online e i siti di prenotazione diretta.

Questa normativa non solo uniforma le pratiche amministrative a livello nazionale, ma punta a contrastare l’abusivismo, migliorare la trasparenza fiscale e garantire una maggiore tutela per i consumatori. L’introduzione del codice CIN rappresenta, quindi, un significativo passo avanti verso una gestione più moderna e sostenibile del turismo in Italia.

Tempistiche ufficiali e comunicazioni formali

Secondo quanto comunicato dal Ministero del Turismo e riportato sul sito ufficiale, l’obbligo del codice CIN decorre a partire dall’attivazione della Banca Dati Nazionale delle Strutture Ricettive (BDSR). Questa piattaforma centralizzata consente di raccogliere e gestire tutte le informazioni sulle strutture, in collaborazione con le Regioni italiane. La conferma ufficiale dell’operatività del sistema è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 3 settembre 2024, stabilendo così il termine per l’adeguamento.

Oltre il CIN: nuove norme per il settore

È importante sottolineare che l’introduzione del codice CIN non è un provvedimento isolato. Contestualmente, entrano in vigore anche nuove disposizioni volte a migliorare la sicurezza e la trasparenza nel mercato degli affitti brevi. Queste normative sono parte di una strategia più ampia per modernizzare il settore turistico e tutelare sia i consumatori che gli operatori.

L’obbligatorietà del codice CIN segna, quindi, una svolta significativa per il comparto turistico italiano, rafforzando il controllo amministrativo e promuovendo una maggiore legalità e tracciabilità nel mercato delle strutture ricettive.

Proroga per il Codice CIN: nuova scadenza al 1° gennaio 2025

Il Ministero del Turismo ha annunciato una proroga significativa per l’ottenimento del Codice Identificativo Nazionale (CIN), obbligatorio per gli affitti brevi e tutte le strutture ricettive in Italia. La nuova scadenza è fissata al 1° gennaio 2025, offrendo a proprietari e gestori più tempo per conformarsi alla normativa e completare le procedure richieste. La decisione di posticipare il termine è stata presa a seguito di sfide operative emerse durante la fase iniziale di introduzione del sistema. Tra i problemi segnalati:

  • Difficoltà tecniche nella piattaforma telematica della Banca Dati Strutture Ricettive (BDSR), che hanno rallentato le richieste;
  • Scarsa adesione iniziale: il numero di codici rilasciati è risultato inferiore alle aspettative, soprattutto in confronto al totale delle strutture presenti sul territorio;
  • Richieste di associazioni di categoria, che hanno evidenziato la necessità di un periodo di transizione più lungo per garantire l’adeguamento.

Con questa proroga, il Ministero mira a facilitare l’adesione alla normativa, supportando i proprietari nella gestione delle procedure richieste e promuovendo una conformità graduale.

Cosa devono fare i proprietari entro il 1° gennaio 2025?

Per evitare sanzioni, che entreranno in vigore con la nuova scadenza, i proprietari e gestori delle strutture dovranno:

  1. Registrare la struttura nella piattaforma BDSR del Ministero del Turismo e ottenere il Codice CIN;
  2. Esporre il codice in modo visibile all’interno della proprietà e includerlo in tutti gli annunci pubblicitari, sia online che offline;
  3. Adeguarsi alle nuove norme di sicurezza, che prevedono:
    • L’installazione obbligatoria di rilevatori di gas;
    • La presenza di estintori nelle strutture.

Chi è obbligato ad avere il Codice CIN?

Il Codice Identificativo Nazionale (CIN) è obbligatorio per diverse tipologie di immobili e strutture ricettive in Italia. Questo codice, introdotto per garantire maggiore trasparenza e regolamentazione nel settore turistico, riguarda specificamente le seguenti categorie:

1. Unità immobiliari ad uso abitativo per locazioni turistiche

Si tratta di appartamenti o case private destinati esclusivamente a contratti di locazione turistica, ovvero affitti a breve termine utilizzati da viaggiatori o turisti per soggiorni non superiori a 30 giorni, come previsto dalla normativa italiana.

2. Immobili per locazioni brevi

Include tutte le strutture utilizzate per affitti a breve termine, spesso gestite attraverso portali digitali come Airbnb, Booking o altri siti di prenotazione online. Gli immobili in questa categoria possono essere gestiti direttamente dai proprietari o da property manager incaricati.

3. Strutture turistico-ricettive

Questa categoria comprende sia strutture alberghiere che extralberghiere, come:

  • Hotel e resort;
  • Bed & breakfast;
  • Case vacanza e affittacamere;
  • Agriturismi e ostelli;
  • Altre strutture non convenzionali destinate all’ospitalità turistica.

Perché è obbligatorio per queste categorie?

L’obbligatorietà del CIN per queste tipologie di immobili e strutture è legata all’obiettivo di:

  • Contrastare l’abusivismo nel settore turistico, garantendo che tutte le attività siano regolarmente registrate e conformi alle normative vigenti;
  • Migliorare la trasparenza fiscale, assicurando che ogni struttura contribuisca correttamente alle entrate statali e locali;
  • Tutelare i consumatori, fornendo informazioni chiare e certificate sulle strutture disponibili.

Come ottenere il CIN: requisiti e procedura

Ottenere il Codice Identificativo Nazionale (CIN) è un passo fondamentale per tutte le strutture ricettive italiane, dagli affitti brevi alle attività alberghiere ed extralberghiere. La procedura è gestita interamente online dal Ministero del Turismo tramite la piattaforma della Banca Dati Strutture Ricettive (BDSR). Di seguito, una guida dettagliata sui requisiti e sui passaggi necessari.

Requisiti per richiedere il CIN

  1. Credenziali digitali:
    • Per accedere al portale, è obbligatorio disporre di uno dei seguenti strumenti di autenticazione:
      • SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale);
      • CIE (Carta d’Identità Elettronica).
  2. Documenti richiesti:
    • Dati catastali dell’immobile: è necessario allegare una dichiarazione che riporti i dati catastali aggiornati della struttura;
    • Requisiti di sicurezza: bisogna presentare un’autocertificazione o allegati che dimostrino la conformità dell’immobile ai nuovi standard di sicurezza, come l’installazione di rilevatori di gas, estintori e altri dispositivi obbligatori;
    • Codice ATECO (per attività imprenditoriali): se la struttura è gestita come attività imprenditoriale con Partita IVA, è necessario indicare il codice ATECO di riferimento;
    • Per attività non imprenditoriali: chi opera senza Partita IVA deve selezionare l’opzione “assente” nella sezione dedicata al codice ATECO;
  3. Richiesta regionale per nuove strutture:
    • Per strutture di nuova apertura, è necessario prima ottenere un’autorizzazione regionale. Solo successivamente sarà possibile procedere con la richiesta del CIN attraverso il portale del Ministero.

Procedura per richiedere il Codice CIN

  1. Accesso al portale BDSR:
    • Collegati al sito ufficiale comunicato dal Ministero del Turismo e accedi utilizzando SPID o CIE;
  2. Compilazione della richiesta:
    • Inserisci i dati richiesti, allega la documentazione necessaria e compila l’autocertificazione di conformità ai requisiti di sicurezza;
    • Per le attività imprenditoriali, conferma il codice ATECO; per le attività non imprenditoriali, seleziona “assente” quando richiesto.
  3. Conferma e rilascio del codice:
    • Dopo la verifica della documentazione, il codice CIN verrà rilasciato e sarà disponibile direttamente nell’area riservata dell’utente sul portale.

Seguire questa procedura è essenziale per restare in regola con le nuove normative, contribuendo alla legalità e alla qualità del settore turistico italiano.