La proposta normativa, presentata da Salvini insieme a istituzioni e professionisti del settore, si configura come un vero e proprio piano salva casa. Le misure di pace edilizia sono parte di un programma più ampio di miglioramento della gestione del territorio. Questo inizia con un decreto legge infrastrutture per accelerare il rinnovamento edilizio e promuovere una visione territoriale equilibrata.
Il prossimo passo sarà avviare un processo di riforma che includa una legge delega per riordinare il Testo unico dell’edilizia e rivedere la legge urbanistica, garantendo una coerenza normativa che risponda alle esigenze economiche e sociali.
Piano salva casa: che cos’è?
Il Piano salva casa ha come scopo principale facilitare il recupero edilizio di appartamenti la cui compravendita è attualmente bloccata da normative restrittive, favorendo così il mercato immobiliare e rispondendo al crescente fabbisogno abitativo. Il decreto si concentra esclusivamente su situazioni di minore gravità, affrontando quelle che vengono definite lievi difformità, senza configurarsi come un condono edilizio. In particolare, il decreto interviene su tre tipologie di difformità:
- Difformità formali: derivanti da incertezze interpretative della normativa vigente riguardo la dimostrazione dello stato legittimo dell’immobile;
- Difformità edilizie: riguardano unità immobiliari con interventi effettuati nel tempo dai vari proprietari senza formale autorizzazione;
- Parziali difformità: interventi che potevano essere sanati all’epoca della loro realizzazione, ma che non sono sanabili oggi a causa della normativa sulla “doppia conformità”.
L’obiettivo è agevolare i piccoli proprietari nelle ristrutturazioni o vendite degli immobili e ridurre i carichi di lavoro degli uffici comunali, semplificando le procedure amministrative. Ma quali obiettivi si pone questo decreto?
- Semplificazione della vendita: il decreto mira a sbloccare la compravendita degli immobili, facilitando le transazioni e rendendo il mercato immobiliare più dinamico;
- Supporto al fabbisogno abitativo: aiutare a soddisfare la crescente domanda di abitazioni, permettendo di regolarizzare immobili altrimenti non commerciabili;
- Riduzione della burocrazia: agevolare i proprietari nella regolarizzazione delle loro proprietà, riducendo gli oneri burocratici e le incertezze legate alle lievi difformità.
Piano salva casa: cambio di destinazione d’uso
Il Piano salva casa introduce disposizioni importanti per semplificare il cambio di destinazione d’uso delle unità immobiliari, sempre nel rispetto delle normative settoriali e delle condizioni stabilite dai comuni. Per gli interventi completati entro il 24 maggio 2024, il decreto stabilisce che il mancato rispetto dei parametri di altezza, distacchi, cubatura e superficie coperta non costituisce violazione edilizia se rimane entro i seguenti limiti:
- 2% delle misure previste dal titolo abilitativo per unità immobiliari con superficie utile superiore a 500 metri quadrati;
- 3% per unità con superficie utile tra 300 e 500 metri quadrati;
- 4% per unità con superficie utile tra 100 e 300 metri quadrati;
- 5% per unità con superficie utile inferiore a 100 metri quadrati.
Gli interventi realizzati entro il 24 maggio 2024 possono includere tolleranze esecutive senza violare le norme edilizie, quali:
- Riduzioni minori nelle dimensioni previste;
- Mancata realizzazione di elementi non strutturali;
- Irregolarità esecutive di muri esterni e interni;
- Posizionamento non conforme di aperture interne e altri elementi simili.
Queste misure mirano a facilitare la regolarizzazione delle proprietà e a ridurre la burocrazia, favorendo interventi di ristrutturazione e adeguamento degli immobili senza incorrere in sanzioni per lievi difformità.
Piano salva casa e silenzio assenso
Il nuovo decreto introduce importanti semplificazioni procedurali, tra cui il regime di silenzio-assenso, un principio chiave per facilitare le pratiche burocratiche. Con questo regime, se l’Amministrazione non risponde entro i termini previsti, la richiesta del cittadino si considera automaticamente approvata. Inoltre, il decreto consente l’installazione di tende e strutture protettive dal sole e dagli eventi atmosferici senza necessità di autorizzazioni, rientrando nell’edilizia libera.
L’obiettivo della norma è anche quello di alleggerire il carico di lavoro degli uffici tecnici comunali, spesso sommersi da un gran numero di pratiche. Le sanzioni previste sono proporzionali all’aumento di valore dell’immobile e una parte di queste (1/3) sarà destinata a progetti di recupero e rigenerazione urbana.
Dettagli sugli interventi
- Difformità interne: spesso le planimetrie non corrispondono all’effettiva organizzazione degli spazi interni. Le nuove misure permetteranno la regolarizzazione di muri spostati, finestre riposizionate e soppalchi aggiunti;
- Doppia conformità: la normativa attuale richiede la conformità sia alla legge vigente al momento dell’intervento sia alla legge vigente al momento della sanatoria. Il piano salva casa propone di abolire questo requisito, rendendo sufficiente la conformità in uno dei due momenti, accelerando il processo di regolarizzazione;
- Case d’epoca: sarà prevista la regolarizzazione degli immobili acquistati prima degli anni ’60, spesso privi di documentazione sullo stato legittimo;
- Tolleranze: attualmente, le variazioni del 2% rispetto al titolo sono considerate legittime. La proposta è di aumentare questa percentuale al 5% per gli immobili più vecchi (costruiti prima del 1985).
Matteo Salvini sembra avere sottolineato che l’intento sarà quello di bilanciare la conformità legale con la flessibilità abitativa, considerando gli impatti sul tessuto urbano e garantendo sicurezza ed estetica degli edifici.