Permesso di costruire in sanatoria: come funziona

L’ espressione “Permesso di costruire in sanatoria” è un ibrido che sta ad indicare il mix, se così può dirsi, tra un classico titolo abitativo, il Pdc (Permesso di Costruire) ed una Sanatoria, appunto.

In particolare, tale permesso, introdotto dal legislatore nel 2001, ha a che fare con la possibilità di regolarizzare un immobile abusivo. E’ importante in questo caso definire la gravità dell’abusivismo degli immobili presi in questione, dal momento che non sempre in presenza di un immobile abusivo è necessario richiedere il permesso di costruire in sanatoria.

Vediamo però qui di seguito e nello specifico, in quali casi è necessario richiedere il permesso di costruire in sanatoria e soprattutto le modalità e le tempistiche entro cui è possibile ottenerlo.

Cos’è il permesso di costruire in sanatoria e qual è la differenza rispetto al condono?

Per comprendere meglio il permesso di costruire in sanatoria, è importante innanzitutto capire cos’è un PdC ed una sanatoria. Il permesso di costruire è un titolo abitativo, conseguibile attraverso un apposito procedimento amministrativo e rilasciato dall’Ufficio tecnico del Comune prima dei lavori: è chiaro che si ricorre ad un PdC ogni volta che si ha a che fare con interventi di costruzione, di ristrutturazione edilizia e così via.

Cos’è invece la Sanatoria?

Mentre usufruendo di un Condono è possibile ottenere l’annullamento totale o parziale, di un reato penale, andando in deroga alla normativa urbanistica vigente, con una Sanatoria sarà possibile ovviare solo a situazioni regolari non denunciate a suo tempo. Infatti,  dal momento che oggi i condoni sono considerati una pratica abominevole e quasi del tutto eliminati, l’unico modo per regolarizzare un immobile abusivo è proprio il Permesso di Costruire in Sanatoria. Questo è però possibile soltanto se le opere che si desidera mettere in regola non contrastino con la normativa urbanistica vigente e che non lo fossero nemmeno in passato quando vennero realizzate.

Per ottenere il PdC in Sanatoria deve inoltre essere soddisfatto il presupposto di “doppia conformità”, secondo quanto prescritto nell’articolo 36 del D.p.R. 380/2001, indipendentemente dal titolo abitativo in sanatoria che si intende richiedere.

Diamo un’occhiata a costi e tempistiche necessari

Ottenere una sanatoria non è così facile! E’ necessario seguire un iter burocratico simile a quello necessario per un classico Permesso di Costruire. Se il parere dell’amministrazione non viene comunicato agli interessati entro 60 giorni dalla presentazione della richiesta, la mancata risposta va intesa come parere negativo. In questi casi è possibile sporgere reclamo entro i 60 giorni successivi.

Oltre a dover essere in regola con la normativa urbanistica vigente e soddisfare tutti i requisiti richiesti compreso quello della doppia conformità, i costi di un Permesso di Costruire in Sanatoria potrebbero essere piuttosto alti: oltre al pagamento dei vari professionisti che si occuperanno di presentare la pratica al comune, bisogna considerare anche i costi necessari ai diritti di segreteria, il pagamento di una sanzione amministrativa ( di importo variabile da un minimo di 500 € ad un massimo di 5.164 €, a seconda della natura e consistenza dell’abuso), dei contributi concessori e degli oneri aumentati di una percentuale fino al doppio di quella originaria, oltre ai costi per interventi ricadenti in zona vincolata dal punto di vista paesaggistico, in caso di riscontrata compatibilità paesaggistica.

Nel caso in cui sia possibile sanare un immobile abusivo, come avrete potuto ben capire, i costi sono molto alti e l’ottenimento del permesso  potrebbe richiedere diversi mesi. E’ necessario quindi, prima di procedere alla richiesta del Permesso di Costruire in Sanatoria, realizzare in precedenza un’analisi personale dei costi e benefici che permetta di capire quanto effettivamente sia conveniente richiedere tale permesso per trarne i vantaggi derivanti.

 

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